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Il suono come linguaggio: esplorazioni tra musica e paesaggio

Ottobre 10, 2025

Ci sono suoni che non si ascoltano con le orecchie, ma con la pelle.
Un treno che passa lontano, un cane che abbaia, le voci che si sovrappongono in un mercato.
Nei laboratori di PerformArti, il suono è diventato materia viva, uno strumento per raccontare il paesaggio e la memoria.

Durante le giornate di registrazione, i partecipanti camminano per le strade, nei cortili, nei campi.
Microfono in mano, cercano tracce di presenza: un passo, un respiro, una porta che si chiude.
Ogni rumore diventa segno di appartenenza, un frammento di racconto sonoro che parla della vita quotidiana nelle Marche.

Il sound design, in questo progetto, non è solo tecnica: è ascolto profondo.
Un modo per imparare a leggere i luoghi attraverso la loro voce.
Registrare non significa solo catturare, ma restituire: trasformare ciò che si sente in un linguaggio condiviso, capace di costruire relazione.

Nei laboratori guidati da Rumori Fuori Scena, ogni giovane scopre che il suono può essere narrazione, ritmo, emozione, ma anche strumento di cura.
Molti raccontano che, dopo questa esperienza, non riescono più a “sentire” allo stesso modo: tutto diventa racconto, tutto vibra.

Alla fine del percorso, le registrazioni si intrecciano in composizioni collettive.
Ne nascono paesaggi sonori che parlano di case, piazze, cieli, vite ordinarie.
È la musica della realtà: sincera, imperfetta, autentica.
E ascoltarla è un po’ come riconoscersi.