L’eredità di Mario Giacomelli nel progetto PerformArti
C’è una linea sottile che unisce il cielo delle Marche ai sogni di chi le abita.
È fatta di luce, di ombre, di una materia invisibile che vibra tra la collina e il mare.
Forse è per questo che l’opera di Mario Giacomelli continua a parlare anche a chi non lo ha mai conosciuto: perché dentro quelle fotografie non ci sono solo luoghi, ma respiri.
Il progetto PerformArti nasce anche da lì, da quello sguardo ostinato e poetico che Giacomelli posava sulla sua terra.
Un modo di guardare che non descriveva, ma trasformava.
Nei laboratori del progetto, quell’eredità è diventata un punto di partenza: non come imitazione, ma come ispirazione.
I giovani partecipanti hanno imparato a leggere la luce come linguaggio, a sentire il territorio come qualcosa che ti attraversa, che ti parla anche quando taci.
Ogni scatto realizzato nei percorsi di fotografia o nei progetti multimediali cerca la stessa tensione che abitava le immagini di Giacomelli: quella di raccontare il reale senza mai fermarlo.
Le colline, le case isolate, i volti degli anziani, i dettagli quotidiani diventano strumenti per dire altro: emozioni, pensieri, appartenenze.
È un esercizio di lentezza, ma anche di libertà.
Perché imparare a guardare, oggi, è forse l’atto più radicale che si possa compiere.
In PerformArti la luce non è solo un elemento tecnico: è una metafora.
Illumina il paesaggio, ma anche le idee.
Segna il passaggio da un’età all’altra, da un modo di vivere a un modo di essere.
E la terra, con la sua materia viva, diventa l’origine di ogni racconto: una radice che trattiene, ma che al tempo stesso spinge a partire.
Forse è questo il senso più profondo del progetto: riprendere il dialogo tra luce e terra, tra chi fotografa e chi cammina, tra chi resta e chi immagina.
Come Giacomelli, i giovani di oggi non cercano la perfezione, ma la verità che si nasconde nei dettagli.
Ed è in quella verità che PerformArti trova la propria forza: nell’incontro tra memoria e visione, nel modo in cui la luce continua a rivelare ciò che non sapevamo di vedere.